Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 29 febbraio 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Una nuova tecnica per studiare l’attività
dei muscoli riserva una sorpresa: rileva immagini del dolore. Storicamente, l’attività
dei gruppi muscolari è stata valutata indirettamente mediante la misura della
forza e del raggio dei movimenti. In epoca più recente, la diretta valutazione
dell’attività muscolare è stata ottenuta con elettrodi di superficie o con
elettrodi invasivi inseriti in singoli muscoli. Rodolfo Llinas
e colleghi propongono un approccio non invasivo con la registrazione magnetica
dell’attività muscolare, in grado di fornire evidenze fisiologiche e
fisiopatologiche di grandi gruppi di muscoli. In tal modo è possibile avere
immagini di strutture profonde come il cuore o un muscolo intraddominale come l’iliaco.
Una sorpresa è stata la scoperta che la metodica consente di ottenere immagini
dell’attività specificamente associata al dolore muscolare. Llinas
e colleghi spiegano come questo metodo consenta di ottenere un vero e proprio biomarker
del dolore muscolare che, in casi quali le lombalgie e il torcicollo, costituirebbe
la prima obiettività strumentale di disturbi curati attualmente solo sulla base
di quanto riferito dal paziente. [Cfr. Llinas R.
R., et al. PNAS USA AOP – doi: 10.1073/pnas.1913135117,
2020].
Effetti terapeutici dell’esercizio motorio
in anziani affetti da demenza. Liu
e colleghi dichiarano che, dopo il completamento del programma di esercizio,
hanno scoperto un significativo miglioramento nell’indice di Barthel, nel Mini-Mental State Examination, nel Montreal Cognitive Assessment
e nei livelli plasmatici della proteina MCP-1, nel gruppo sottoposto a un
programma di lavoro sulla forza muscolare. Il gruppo dei pazienti sottoposti a
esercizio aerobico ha fatto registrare anche un miglioramento del BDNF sierico.
La comparazione fra gli effetti positivi nei due gruppi non ha fatto registrare
una differenza significativa. [Cfr. I-Ting Liu et al. Arch Phys Med Rehabil
AOP – doi: 10.1016/j.apmr.2020.01.012, 2020].
Liquor pulsatile nel sonno: onde associate
alle onde EEG che consolidano la memoria. Un
accoppiamento elettrofisiologico, emodinamico e del fluido cerebrospinale (CSF
o liquor) nelle oscillazioni durante il sonno nel cervello umano è stato
oggetto di studio in un incontro dei soci della nostra società scientifica.
Il fenomeno, scoperto da Nina Fultz,
Giorgio Bonmassar e altri ricercatori della Harvard Medical School, dell’Università di Boston e altri istituti
di ricerca è stato comunicato già il primo di novembre dello scorso anno (Science
366 (6465): 628-631, 2019) con la pubblicazione di uno studio intrapreso
nel tentativo di comprendere il rapporto fra la dinamica dei fluidi interstiziali
cerebrali nel sonno e le oscillazioni a bassa frequenza durante la fase NREM,
che supportano il consolidamento della memoria e l’elaborazione neuronica. Come
un flusso pulsatile di liquor, si generano delle onde di fluido in entrata nel
cervello, strettamente accoppiate ai segnali fMRI e coordinate con le onde
lente EEG, indicando che l’attività elettrica dei neuroni porta ad oscillazioni
del volume del sangue che agiscono sul CSF.
Sono state discusse le possibili implicazioni in
termini di fisiologia cerebrale. [BM&L-Italia 24-02-2020].
Se proviamo rabbia durante i sogni
si sviluppa un’asimmetria EEG sulla corteccia frontale destra. Pilleriin Sikka e colleghi hanno
scoperto un correlato emozionale della rabbia durante i sogni associati al
sonno REM, che associa lo stato emotivo del sonno a quello della veglia, perché
è reperibile già la sera prima di andare a letto. Un’asimmetria del ritmo α
(9-13 hertz), con un’attività α della corteccia del lobo frontale destro maggiore
di quella del sinistro è associata all’attività cerebrale di inibizione dello
stato reattivo indispettito o di rivalsa aggressiva. Lo studio pubblicato nel
giugno dello scorso anno (Cfr. Sikka P. et al.
Journal of Neuroscience 39 (24): 4775-4784, 2019) è stato presentato, commentato
e discusso dai nostri soci. [BM&L-Italia 24-02-2020].
Epidemia
da coronavirus: effetto nocebo da full-immersion
in notizie e programmi televisivi.
Una parte rilevante della popolazione italiana sta subendo gli effetti della
cassa di risonanza mediatica delle misure precauzionali volte alla
circoscrizione del contagio da 2019-nCoV (o COVID-2019 secondo la denominazione
dell’OMS), soprattutto ora che si è giunti al rinvio di manifestazioni sportive,
e segnatamente delle partite di calcio che creano interesse di massa più della
chiusura delle università. Il condizionamento psicologico con sviluppo di
preoccupazioni ipocondriache sta portando molti cittadini a contattarci, sia
per chiedere informazioni a scopo di rassicurazione generale, sia per sapere se
con i sintomi che avverte sia giustificato il recarsi presso i centri medici di
screening.
Nonostante la buona volontà e il
corretto atteggiamento di vari conduttori televisivi e responsabili di testate
giornalistiche online e a stampa, e soprattutto nonostante la corretta
informazione fornita direttamente da virologi e medici infettivologi, la
rappresentazione che si evince è quella di una situazione critica di rischio,
che induce le persone più esposte alla comunicazione ed emotivamente più
reattive a sviluppare una sintomatologia da stress.
Abbiamo ricevuto dall’Austria, la
scorsa domenica 23 febbraio, allarmate richieste di informazioni, prima che il
governo austriaco decidesse la chiusura dell’accesso alle stazioni ferroviarie
dei convogli provenienti dall’Italia. Il dato trasmesso in tutto il mondo della
positività ai test per il COVID-2019 effettuati sui tamponi di screening,
che presenta un numero di contagiati nel nostro paese straordinariamente più
elevato di quello delle altre nazioni europee, si spiega probabilmente con il
fatto che tali accertamenti a tappeto non sono stati effettuati in altri paesi
o, in alcuni casi, sono solo all’inizio. Al momento in cui scriviamo, in Italia
si sono superati i 4000 test già ufficialmente registrati, mentre in Francia ne
sono stati eseguiti circa 400.
Se è vero che non si possono
offrire attualmente dati di certezza sulle proporzioni che avrà l’epidemia nel
nostro paese, perché tutte le stime epidemiologiche per un nuovo virus, incluso
il tasso di mortalità, sono dedotte post hoc al termine dell’epidemia, è
pur vero che le inferenze sulla base dei dati relativi agli altri coronavirus
patogeni per l’uomo - e in particolare l’agente eziologico dell’epidemia di
SARS del 2003 - insieme con l’attuazione delle misure di screening dei
contatti e quarantena degli affetti, consentono di prevedere uno sviluppo molto
contenuto con un basso tasso di mortalità.
Il COVID-2019 o 2019-nCoV, detto
anche SARS-CoV-2 (severe acute respiratory syndrome coronavirus 2) o coronavirus di Wuhan, dal
nome della città della Cina dove è stato isolato per la prima volta, è un Ribovirus dell’Ordine delle Nidovirales,
della famiglia delle Coronaviridae, del genere
β-Coronavirus, per il quale non esiste ancora un farmaco antivirale
specifico, né esiste la possibilità di immunoprofilassi vaccinica, pertanto le
misure volte a limitare e prevenire la diffusione del contagio, raccomandate
dall’OMS e poste in essere in Italia, costituiscono l’unica possibilità per
difendersi dai rischi che sembrano riguardare meno del 20% dei contagiati.
Ora, dopo aver trasmesso anche
tutti i giorni l’elenco delle raccomandazioni igienico-profilattiche – cosa che
richiede non più di qualche minuto – e aver aggiornato sull’attualità attraverso
i notiziari, un’emittente televisiva ha esaurito il suo compito informativo nell’interesse
dei cittadini. Giornate intere fino a notte fonda con i palinsesti modificati e
l’introduzione dell’«emergenza coronavirus» in tutti i programmi da studio, si spiega
solo con la ricerca di record di ascolti. Molte trasmissioni, condotte utilizzando
sapientemente tutti gli strumenti del mestiere, dalle esche introduttive a
ospiti celebri, finiscono per tenere incollati al video gli spettatori per ore,
invadendo il loro spazio psichico cosciente con il martellante insistere su una
malattia che, seppure in una bassa percentuale, espone al rischio di morte. Non
meraviglia che si producano danni per “effetto nocebo”.
Abbiamo fatto presente, a coloro
che si sono rivolti a noi allarmati da questo eccesso di esposizione alle
notizie e preoccupati per sintomi verosimilmente prodotti dall’attivazione dei
sistemi dello stress, l’utilità in termini di igiene mentale di
allontanarsi dalle fonti di preoccupazione e impegnarsi in attività stimolanti e
salutari. Spiegando loro di essere vittime dell’effetto nocebo,
abbiamo ricevuto in tutti i casi una domanda su cosa fosse questo effetto,
sconosciuto a tutti i nostri richiedenti. Allora abbiamo ritenuto utile
riportare, come già fatto il 10-02-2018, il contenuto di una “Notula”
pubblicata il 2 maggio 2015:
«Non tutti conoscono l’effetto “nocebo”.
L’effetto placebo è comunemente noto come un’azione positiva sulla salute o
sullo stato funzionale di un organismo, attribuita ad un agente in realtà inerte,
e dovuta a processi fisiologici intrinseci dell’organismo - come quelli di cui
si occupa la psiconeuroimmunologia – i cui meccanismi
molecolari includono l’attivazione dei recettori degli oppioidi. L’effetto
placebo può anche costituire una parte dell’effetto di molecole farmacologicamente
attive, ossia in grado di produrre “una o più variazioni misurabili in un
organismo vivente”, e perciò definite correttamente “farmaci”. Un tempo si
attribuiva questo effetto alla suggestione,
intesa come uno stato psichico influenzato da un’informazione recepita coscientemente,
ma poi si è scoperto che le cose sono più complesse. Sperimentalmente si induce
l’effetto placebo con un finto farmaco, come una compressa di talco o di
zucchero, per misurare di quanto l’effetto di una nuova molecola terapeutica
superi quello evocato spontaneamente nell’organismo. Proprio gli studi
sull’effetto placebo stanno gettando luce sul suo contrario: l’effetto nocebo.
Con questa espressione si definiscono i processi fisiopatologici innescati dalle
aspettative negative nell’organismo, a partire dal cervello.
Il problema è noto da tempo e, in
Italia, è stato particolarmente studiato da Giuseppe Perrella, all’inizio degli
anni Ottanta, nei pazienti a regime terapeutico cronico. Attualmente si dispone
di conoscenze e strumenti per indagare in dettaglio le sue basi
neurobiologiche. Alcuni sintomi indotti per effetto
nocebo sono particolarmente studiati:
-
Dolore – temere di
poter provare un dolore che confermerebbe una diagnosi infausta, o sapere che
una determinata circostanza o un dato agente provocano sofferenza, causa un
abbassamento della soglia di percezione del dolore;
-
Cefalea – sapere che
una determinata condizione può provocarla, talvolta determina il suo insorgere
anche in persone che non ne soffrono abitualmente;
-
Risposte allergiche – anche solo
vedere in un video ciò a cui si è allergici, o venire in contatto con un
allergene comune, ma non tale per il soggetto, può generare reazioni cutanee,
starnuti, secrezione nasale e asma;
-
Prurito – il prurito
può essere innescato anche dal semplice vedere persone grattarsi ripetutamente
o sentire nominare acari, pidocchi, scabbia, tigna, orticaria, sostanze
urticanti, polveri pruriginose, eccetera;
-
Disfunzione
erettile e frigidità – questi disturbi si sono manifestati in persone
che non ne avevano mai sofferto, dopo averne sentito parlare o aver creduto di
essere a rischio di svilupparli.
L’effetto nocebo
ci ricorda l’importanza di evitare e/o contrastare l’azione negativa di
informazioni recepite in particolari stati psichici, perché tale azione può
generare veri effetti fisiologici in tutti noi, e non solo, come si credeva un
tempo, “malattie immaginarie” nella mente di persone deboli, depresse e
tendenti all’ipocondria».
I “respiratori N95” (N95 respirators) avrebbero salvato la vita di molti
sanitari e contribuito a limitare la diffusione di SARS-CoV-2 (COVID 19).
Le speciali mascherine realizzate per filtrare particelle virali, dette “respiratori
N95” perché filtrano almeno il 95% delle particelle entro la scala di 0,3
micron di diametro (FDA), avrebbero fornito una protezione sicura ai sanitari
cinesi, come si legge in uno studio postato lo scorso 19 febbraio (medRvix). Prima dell’identificazione del nuovo virus, il
personale del Wuhan University Hospital non portava alcuna mascherina nell’interazione
con i pazienti febbrili che si credevano affetti dalla comune influenza, ha scritto
in una e-mail professionale Xinghuan Wang direttore del Dipartimento di Urologia del Wuhan
University Hospital. Secondo dati ufficiali aggiornati allo scorso 14 febbraio,
in Cina sono stati contagiati 1716 fra medici, infermieri e personale
paramedico, e 6 dei contagiati sono deceduti. [BM&L-Italia 26-02-2020].
Notule
BM&L-29 febbraio 2020
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